Si, Adobe Photoshop Lightroom 6 o Adobe Photoshop Lightroom CC che dir si voglia!
Se ne fa un gran parlare, e soprattutto c’è un grande azzardo sulle date di uscita del prodotto stesso.
Almeno 3 diverse previsioni ( 9 marzo, 20 marzo e 25 marzo 2015 ) proposte da diversi siti ( anche autorevoli ) si sono rivelate infondate.
Bellezza (e angoscia) dei rumors!
Numerosi comunità di utenti di forum attendevano impazienti di essere i primi (o i secondi) a postare sulla loro comunità la notizia e i loro commenti sul prodotto.
Non lo nascondo, anch’io come tanti, anch’io ero e sono in attesa di questa nuova versione di Lightroom 6 ( sempre se si chiamerà così, visto che spetta ad Adobe decidere ).
Se c’è “passione” per un software, essa pretende la sua dose di emozione legata all’attesa di nuove funzionalità; un poco come quando si cambia fotocamera, automobile o semplicemente si aspetta la parte successiva di un film o di un libro che ci ha regalato delle buone emozioni.
Adobe, secondo me, è stata magistrale nel creare aspettativa per la prossima versione di Lightroom, e senza nemmeno promuovere o rendere disponibile una qualsivoglia versione beta come è sempre stato fatto in passato.
Voci e rimandi, thread infiniti e articoli su riviste di spessore, si sono succeduti negli ultimi mesi con un attuale e certo nulla di nuovo.
Ovviamente (e questa è l’unica realtà) le aspettative non sono finite e continuano, anche perché prima o poi il software sarà sicuramente aggiornato, e domani 21.aprile è una delle date possibili.
Staremo a vedere, intanto, giusto per gongolare un poco, le previsioni propongono fra le novità più di rilievo le seguenti implementazioni:
– face recognition o riconoscimento facciale con tag per ricercare con una certa facilità le persone riprese nelle nostre immagini:
– nuova e più potente modalità di gestione ed utilizzo dei pennelli di correzione locale e selettiva;
– HDR automatico per aumentare la gamma dinamica delle immagini a partire da più scatti della stessa scena con differenti esposizioni (bracketing);
– Photomerge o stitching, unione di più immagini per unire più scatti in formato panoramico e consentire una ripresa più allargata da quella ripresa dall’obiettivo disponibile;
– nuove possibilità di intervento sul modulo slideshow per migliorare le presentazioni video e la rispettiva sincronizzazione audio con miglioramento del risultato finale;
– gallerie web migliorate, per rendere lo strumento Lightroom efficace e funzionale alla sincronizzazione nel mondo internet in modo rapido e tracciabile;
– elevato miglioramento della velocità operativa, resa disponibile dall’utilizzo della nuova versione del motore SQLite che il team di sviluppo del noto database ha reso disponibile circa 4/5 mesi or sono preannunciando un elevato miglioramento dei tempi di risposta delle query;
– miglioramento della velocità di elaborazione grafica tramite il possibile ausilio del supporto alle GPU installate (sembra che l’annuncio già fatto da Adobe sul supporto a Lightroom per i soli sistemi a 64bit nasconda questa possibilità).
Altre migliorie ovviamente, senza dimenticare che gli utenti si aspettano soprattutto un nuovo e migliorato motore di sviluppo dei file RAW per raggiungere e magari superare la concorrenza che ( fortunatamente per gli utenti ) si fa sempre più agguerrita ( Capture One in testa ).
E’ possibile, o comunque è una delle ipotesi possibili, che Adobe converta anche Lightroom alla unica tipologia di licenza ad abbonamento chiamando il prodotto quindi non più con un numero di versione ma semplicemente Adobe Photoshop Lightroom CC.
Molti utenti non vedono di buon occhio questa modalità di Adobe nel rilascio del software e tanti anche fra i miei conoscenti si stanno pian piano spostando su soluzioni di gestione immagini e fotoritocco di altre marche proprio a causa di questa scelta che Adobe ha compiuto nel corso di questi ultimi anni.
Si tratta di un’opzione che alla lunga non mi sembra abbia un costo superiore a prima e che tutto sommato incontra la mia approvazione (almeno attuale), e credo che il problema sia a mio avviso soprattutto “psicologico”, tuttavia, credo che Adobe farebbe bene ad occuparsi di questo “malessere” che a mio parere è più diffuso di quanto sembri.
Come sempre staremo a vedere … anzi, vedremo già domani se quest’ultime “voci” possona considerarsi più attendibili delle precedenti visto che nondimeno Scott Kelby ( sicuramente un autorevole autore ) si è pronunciato su una possibile novità.
Buona attesa!